Domenica, 19 Luglio 2009
Sarti Antonio, raggomitolato sul lettino di Rosas, in via Santa Caterina, aspetta un caffè che tarda ad arrivare. Rosas, miope come una talpa e svegliato da poco, vaga da un angolo all'altro della cucina trascinandosi dietro le scarpe indossate a ciabatta. È domenica e la gente bene esce di casa per andare a messa. Dalle finestre aperte sotto il porticato, entra il fresco della mattina e il rumore di una passeggiata tranquilla verso la chiesa, in fondo alla via, in angolo con Saragozza.
Nella tana, i due, ingrugniti, bevono un caffè che non sa di molto e Rosas, finalmente, inforca gli occhiali per mettere a fuoco i dintorni.
– Sei tu –. Niente altro per il tempo che serve a vuotare le tazzine.
– Un caffè come questo l'ho bevuto dodici anni fa e non l'ho più dimenticato. Vorrei passassero altri dodici anni. Come ci sei riuscito? – Rosas non raccoglie e, a dimostrazione che a lui il caffè piace, versa nella sua tazzina ciò che è rimasto nella macchinetta, rimescola senza aver zuccherato, lecca il cucchiaino, che non si perda una goccia di caffè e assapora con gioia. – Buono. Ne vuoi ancora?
Da "Sarti Antonio: caccia tragica" di Loriano Macchiavelli, Ed. Einaudi
Nella tana, i due, ingrugniti, bevono un caffè che non sa di molto e Rosas, finalmente, inforca gli occhiali per mettere a fuoco i dintorni.
– Sei tu –. Niente altro per il tempo che serve a vuotare le tazzine.
– Un caffè come questo l'ho bevuto dodici anni fa e non l'ho più dimenticato. Vorrei passassero altri dodici anni. Come ci sei riuscito? – Rosas non raccoglie e, a dimostrazione che a lui il caffè piace, versa nella sua tazzina ciò che è rimasto nella macchinetta, rimescola senza aver zuccherato, lecca il cucchiaino, che non si perda una goccia di caffè e assapora con gioia. – Buono. Ne vuoi ancora?
Da "Sarti Antonio: caccia tragica" di Loriano Macchiavelli, Ed. Einaudi
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