giovedì 26 dicembre 2019

Martedì, 25 Gennaio 2011

Il mondo ha una logica traballante come la camminata di un ubriaco.

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Barricati dietro le nuvole, gli angeli caduti resistevano all'attacco. Ma una nuvola non è certamente un ostacolo insormontabile. Dall'alto la si buca con uno sputo. Il fenomeno è più conosciuto come pioggia.
La difesa fu strenua; quando il nemico stava per aver ragione delle risibili barriere, gli angeli superstiti ricorsero agli estremi rimedi (i migliori). Si strapparono le ali e le frapposero fra la propria incolumità e gli assalitori.
Fu un estremo sacrificio: per difendere la posizione gli angeli caduti si preclusero la possibilità di librarsi nuovamente.
Anche le ali non furono sufficienti a frenare l'impatto delle pallottole.
Peccato. Erano ali molto belle, così non ne fanno più.
L'ultimo attacco e il fuoco a volontà divenne l'epitaffio degli strenui difensori di un fazzoletto di terra.
Un fazzoletto sporco. Sporco di terra.
Crivellati dai proiettili, gli angeli caduti, furono spediti all'Inferno.
È così che è andata. Non credete a tutte le altre storie.

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I ricordi sono bugie che diciamo a noi stessi.

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Mi piace il bar,
è un luogo di profeti
un poco malandati
con del cinismo e delle ingenuità.
Mi piace il bar,
è il posto in cui per ore,
sa fai il cane in calore,
qualcosa prima o poi succederà.
Mi piace il bar,
è un centro di bugie,
non sono solo mie,
e tutte insieme fanno verità.
Mi piace il bar,
i piccoli problemi
diventano i più estremi
e quelli grossi restano un po' in là.
Mi piace il bar,
ma quando i deficienti
si sentono importanti
e irrompono nella comunità,
io cambio bar.

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Non so chi me lo faccia fare di ingolfarmi di birra e di sigari toscani. Non lo so. È per questo che lo faccio: per scoprirlo.

Da "L'assenza dell'assenzio" di Andrea G. Pinketts, Ed. Mondadori

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