giovedì 26 dicembre 2019

Sabato, 25 Agosto 2007

Non c'era speranza che potessi calarmi nella parte: un vegetariano e convinto attivista per i diritti animali pagato per aggirarsi di soppiatto alla ricerca di topi da uccidere in un capanno grande quanto un hangar e stipato di polli sporchi e terrorizzati che chiocciano.
La mia arma era l'ultimo ritrovato (per il 1980), in fatto di guerra biologica: un martello. Come mai avrei potuto catturare un topo, per non parlare di ucciderlo? Ero almeno venti chili soprappeso e non avevo riserve di energia di alcun tipo. La mia unica speranza era che un roditore vecchio e artritico mi si facesse incontro claudicando chiedendomi di porre fine alle sue pene. I topi suicidi con un buon controllo dell'inglese erano però una presenza molto scarsa sul territorio.
Dopo circa quindici minuti ne ebbi abbastanza. Mollai il martello e uscii sotto la pioggia autunnale. Il capo gridò verso di me mentre arrancavo tra i campi: «Qual'è il problema? I polli o cosa?» Non mi preoccupai nemmeno di capire se era sua intenzione cercare di essere divertente.
Buff Orpington
Da "Cento lavori orrendi" a cura di Dan Kieran, Ed. Einaudi

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