giovedì 26 dicembre 2019

Venerdì, 21 Marzo 2008

«Non pensiamo adesso al cane di Rupert!»
«Dovresti pensarci, invece. Non puoi permetterti di ignorarlo. È un cane notevole, un cane che conta. È tutto grazie ai biscotti Donaldson.»
«Non voglio parlare dei biscotti Donaldson.»
«Io sì. Voglio darti una dimostrazione. Forse non lo sai, zia Georgiana, ma in America questo prodotto, così ricco di vitamine, lo sì pubblicizza così: il venditore si mette bene in vista, e quando gli si è radunata attorno abbastanza gente prende un biscotto, lo spezza e lo mangia. Così dimostriamo che il biscotto per cani Donaldson è un prodotto tanto buono da poter essere mangiato da un uomo. Il nostro venditore non solo mangia il biscotto —  lo gusta, anche. Se lo passa in bocca. Lo mastica e lo mischia alla saliva...»
«Freddie, ti prego!»
«Sì, alla saliva,» ripetè Freddie. «E così fa il cane. Mastica il biscotto. Lo gusta. E diventa un cane migliore e più grosso. Adesso mangio un biscotto Donaldson.»
E, sotto lo sguardo nauseato della zia, si diede a compiere la sinistra impresa.
Fu una dimostrazione efficace, salvo per un particolare. Perché fosse perfetta, Frederick non avrebbe dovuto correre il rischio di soffocare. Il disastro era senza dubbio da imputare a inesperienza. Lunghi anni d'allenamento occorrono per diventare buoni dimostratori dei prodotti Donaldson. Si comincia dal facile, con chiodini e lamette da barba, si passa quindi ai cereali da breakfast, finché si è pronti per la grande prova. Freddie era un principiante. Mentre si passava il biscotto sulla lingua, se lo lasciò scappare giù per la trachea.
La senzazione di avere inghiottito un misto di cemento e segatura fu seguita da un lungo, doloroso accesso di tosse. Quando il poveretto riaprì gli occhi, non vide davanti a sé alcuna forma umana. C'era il castello; c'era il prato; c'erano i giardini; ma Lady Alcester era scomparsa.
Da "Il castello di Blandings" di Pelham Grenville Wodehouse, Ed. Tea

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